ENTERPRISINGIRLS AL TEMPO DEL COVID- 19
Quel che sta accadendo lo avevamo letto nei libri di fantascienza e visto nei film di genere apocalittico, si fa fatica a credere che sia la realtà per ognuno di noi.
Si impone un cambiamento: è necessario ripensare l’organizzazione del lavoro, le relazioni sociali, gli stili di vita e il rapporto con la Natura.
SIAMO PRONTI?
NO, non lo siamo, ma fingere che non sia necessario e che, superata l’emergenza, tutto possa tornare allo status quo ante sarebbe miope, poco intelligente e condurrebbe alla distruzione. Darwin ce lo ha insegnato: sopravvive chi riesce ad adattarsi all’ambiente circostante.
RIPENSARE UN MODELLO ECONOMICO – e con esso il mercato del lavoro – è cosa impegnativa che si accompagna con un alto costo in termini sociali e umani, molti, troppi, saranno coloro che non riusciranno a re-inventarsi in uno scenario mutato e in costante cambiamento.
Quel che più spaventa le persone è l’INCERTEZZA, la perdita di punti di riferimento che genera ansia e angoscia, immediatamente dopo subentra la paura del cambiamento. Ma alla paura del futuro dobbiamo reagire facendo appello al patrimonio di competenze, conoscenze, abilità e creatività che ci contraddistingue. Dobbiamo ripartire da un NOI che non sia mero slogan ma concreta disponibilità a lavorare in squadra, a far parte di una rete con la consapevolezza che ciò significa contemperare i propri obiettivi con quelli degli altri. È necessario superare la visione egoistica incentrata esclusivamente sulla propria azienda, la propria attività professionale, i propri clienti per CONDIVIDERE con gli altri obiettivi di crescita e sviluppo. Per lavorare in rete è fondamentale assumere il concetto di RECIPROCITA’.
Per raggiungere risultati degni di questo nome è necessario TEMPO, la sporadicità non conduce lontano. Una rete si costruisce tutti i giorni con pazienza, ascolto, professionalità e competenza.
Per creare opportunità, sinergie e valorizzare il talento di imprenditrici e libere professioniste si richiede COMPETENZA, l’improvvisazione non paga.
COSA FARE?
Partiamo dal cosa stiamo facendo ora: raccontiamo come le Egirls abbiano adattato all’emergenza l’organizzazione del lavoro. Ognuna di noi si è organizzata e – seppur sprovvista di tutte le risposte - si sforza di esserci per i propri clienti e per le altre associate.
Esempi? Camilla Castaldo dallo studio Castaldo trasferito in casa studia i provvedimenti del Governo di sostegno alle imprese, i lavoratori e le famiglie ed elabora note esplicative per aggiornare i suoi clienti e tutte noi, Michela Ricolfi, avvocata, informa e spiega i rischi connessi all’omesso utilizzo dei moduli diffusi dal Ministero degli Interni per gli spostamenti, Francesca Vitelli assiste le imprenditrici che vorrebbero convertire la produzione di abbigliamento in mascherine e camici, dispositivi di protezione per contrastare la diffusione del contagio virale.
RACCONTARE è importante, far sapere che stiamo lavorando, che reagiamo, che siamo unite ed elaboriamo strategie per il futuro è il sintomo della vitalità e della capacità di pensare il futuro.
COSA FAREMO?
Continueremo a contribuire al processo di cambiamento culturale: l’economia non ha genere, non esiste un’economia maschile ed una femminile ma un diverso approccio al lavoro. Esistono ostacoli, resistenze e “doppiopesismi” – le donne sono dure, gli uomini determinati, le donne sono emotive, gli uomini razionali, le donne sono conservatrici, gli uomini innovatori – e stereotipi da scardinare. Esiste un differenziale salariale che non trova giustificazione alcuna da colmare, esistono le nuove generazioni a cui far comprendere che non ci sono lavori da donna e lavori da uomo perché ognuno con l’impegno, lo studio, la determinazione, la passione e il talento può diventare ciò che vuole.
Continueremo a creare sinergie, stringere relazioni, dare vita ad opportunità nella speranza di esser sempre più numerose.
NON MOLLEREMO neanche questa volta, molte tra noi – giovani e diversamente giovani – sono cadute e si sono rialzate troppe volte per rimanere a terra adesso. Ci rialzeremo sostenendoci l’una con l’altra e se oltre noi lo faranno anche gli altri allora ce la faremo.
RIPENSEREMO I PARADIGMI dell’economia perché siamo un piccolo laboratorio di idee, uno spaccato economico significativo per composizione merceologica, distribuzione territoriale e per dimensione d’impresa.
VALORIZZEREMO il Made in Italy come sempre: il know how è la nostra cifra distintiva, dobbiamo imparare a promuoverlo e venderlo meglio.
VALORIZZEREMO il Territorio: agriturismo, alberghi, casa vacanza e ristoranti nei luoghi più belli d’Italia propongono esperienze uniche ricche di storia, cultura e identità.
VALORIZZEREMO la Cultura: siamo il portato di millenni di storia e civiltà, i nostri territori sono ricchi di bellezze naturali, artistiche e architettoniche. Musica, letteratura, arte, artigianato, enogastronomia.
VALORIZZREMO la nostra Identità: siamo gli eredi dei greci, i creatori dei canoni estetici e dei romani che hanno mostrato al mondo la potenza dell’architettura e l’ingegneria.
Lavoreremo per trasfondere il significato ONTOLOGICO nella nuova visione economica: un nuovo paradigma economico in cui il valore aggiunto sia l’IDENTITA’. Il Made in Italy è la nostra IDENTITA’.
Noi siamo il MADE IN ITALY con le nostre aziende artigianali, le micro e piccolissime imprese e il mondo delle libere professioni che le sostiene.
Ce la faremo? Andrà tutto bene? Dipende da noi.